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La Regione Puglia presenta il manifesto della legge sulla bellezza di territori e paesaggi pugliesi che ha, tra i principali scopi, una maggiore consapevoleza della bellezza che ci gira attorno.

Un grande storico dell’arte, Ernst Gombrich, sosteneva che “i Greci erano belli perché avevano piazze e città belle”. Una provocazione ma non troppo, mirata a sostenere che i popoli, le comunità, gli individui, non solo si limitano ad adattarsi all’ambiente, ma che l’ambiente a sua volta li costituisce nell’identità, ne forma addirittura la fisionomia, in base a quei valori su cui l’umano ha scelto di costruirlo e di valorizzarlo. Belli più degli altri dovrebbero dunque essere gli italiani dato che il valore della bellezza ha intriso di sé le convalli e gli uliveti, le chiese e i castelli, i piccoli borghi e le grandi città.

C’è in Italia, sosteneva Goethe nel suo straordinario diario turistico (Viaggio in Italia), una specie di miracolo diffuso, la capacità di aggiungere alla “bellezza della prima natura”, la bellezza di un’arte e di un paesaggio divenuto una vera “seconda natura”: un miracolo grazie al quale l’Italia, per tutto l’Ottocento, fu meta ambita del “Gran Tour”, momento privilegiato di una esperienza di formazione che coinvolgeva la “meglio gioventù” intellettuale europea. È così che inizia il manifesto della legge sulla bellezza di territori e paesaggi che la Regione Puglia ha presentato lo scorso luglio e che ha tra i principali scopi una maggiore consapevolezza della bellezza che ci gira attorno.

I ventitre articoli - suddivisi in sei titoli - e il Manifesto che ne enuclea lo spirito informatore riconoscono le differenze fra i diversi luoghi che formano la Regione e, invece di appianarle, le incoraggia, dispiegano e spiegano i principi, le ragioni e gli obiettivi che hanno guidato la mano degli estensori del testo. Insomma, “più che una legge, un progetto giuridico”. Un progetto fortemente voluto dall’assessore regionale Alfonso Pisicchio, a cui hanno lavorato accademici, giuristi, storici dell’arte, antropologi, economisti e architetti chiamati a comporre un apposito Comitato tecnico-scientifico.

Fondamentale per la crescita del disegno di legge l’apporto dei cittadini, nello spirito della “Casa della Partecipazione”, riprendendo i principi della sussidiarietà orizzontale e della co-pianificazione e concertazione urbanistica, principi declinati dalla modifica al Titolo V della Costituzione in materia concorrente Stato-Regione in tema di governo del territorio.

Dunque, una disciplina alimentata da un processo partecipativo che vede protagonisti – anche con lo strumento del Tour della Bellezza – associazioni, stakeholder e interlocutori dei singoli territori, e che è capace di proteggere e promuovere la bellezza della Puglia, preservando, tutelando e valorizzando le peculiarità delle diverse province che formano il “Mosaico Puglia”, un insieme quanto mai affascinante ed eterogeneo di tessere di bellezza delle identità culturali delle tante “Terre” che compongono la nostra regione.

Il disegno di legge intende proteggere e preservare la bellezza della Puglia perseguendo un’alta “qualità costruttiva” nei futuri interventi che si andranno a fare nei luoghi urbani e periurbani; abbattendo o recuperando i cosiddetti “detrattori di bellezza” che deturpano i territori (vuoti urbani, ecomostri, abusivismi di vario genere e natura), preservando e valorizzando le peculiarità delle diverse province che formano il “Mosaico identitario della Puglia”, e non prevedendo consumo di suolo.

  Data pubblicazione

28/09/2019