L’edificio si trova all’interno del Parco di Villa Jamele, una tenuta che ospita una scuola internazionale di cucina all’interno della villa recuperata, una grande sala per ricevimenti con annesso padiglione all’aperto per eventi culturali e per l’appunto casa M., pensata come dependance per il custode del Parco di Villa Jamele.
 

Essa si sviluppa su tre livelli: un piano interrato, un piano rialzato e, nella parte centrale, un sottotetto a falda unica, coperta da un tetto in rheinzink. La restante parte della copertura è adibita a terrazzo panoramico.
 

Tipologicamente a corpo isolato, il progetto è articolato a partire da un volume dalle forme pure e regolari, in parte in intonaco bianco e in parte rivestito in pietra locale. L’edificio, al centro del prospetto, svela parzialmente il proprio interno attraverso un’ampia vetrata, prospiciente un piccolo spazio porticato dovuto all’aggetto del soprastante terrazzo. Non solo: questa vetrata si offre come grande finestra sul paesaggio circostante che diventa così elemento protagonista dell’architettura dell’edificio.

Quest’ultimo, al terzo livello della casa, è raggiungibile attraverso una scalinata esterna affiancata da un muro, anch’esso bianco, svuotato da feritoie verticali che traguardano il panorama circostante.