4. Ofanto

Ofanto

 

INTRODUZIONE

L’Ofanto attraversa - nel suo corso inferiore - il territorio pugliese, da Rocchetta Sant’Antonio alla foce, compresa tra i comuni di Barletta e Margherita di Savoia. Unico vero fiume della siticulosa Puglia, esso rappresenta al tempo stesso un elemento di connessione storico ed ecologico tra l’interno e la costa e un confine tra due territori completamente diversi, due puglie: la Capitanata e l’Altopiano delle Murge. Questo corridoio naturale è costituito essenzialmente da una coltre di depositi alluvionali, prevalentemente ciottolosi, articolati in una serie di morbidi terrazzi che si ergono lateralmente a partire del fondovalle e verso la foce.

All’arrivo nella regione, il fiume mostra la sua parte più antropizzata rispetto ai contesti più naturali e boscosi del tratto lucano. Le zone più interne del bacino, tuttavia, conservano, rispetto al tratto terminale, un aspetto di maggiore naturalità a causa di forme di agricoltura meno intensiva e alla mancanza di pesanti opere di regimazione delle acque che permettono un percorso del fiume meandriforme e la formazione di ampie aree naturali perifluviali.

Le due sponde risultano asimmetriche rispetto alle relazioni con i paesaggi limitrofi, la destra idrografica coincide con l’innalzamento dell’altopiano murgiano dove si colloca, su un’altura a guado del fiume, la città di Canosa, mentre la sinistra idrografica sconfina con la piana del Tavoliere, dove il paesaggio agricolo si articola nel mosaico di vigneti e oliveti sui quali spicca la città di Cerignola.

I centri principali si collocano su rilievi più o meno decisi, strategicamente al confine fra due ambiti. Così le città dell’Ofanto si caratterizzano per essere dei “centri-cerniera” (Spinazzola sul Basentello, Minervino sul Locone e Canosa sull’Ofanto), che, aggrappati all’altopiano, si protendono verso la valle sottostante con un ventaglio di strade più o meno definito.

Un altro sistema insediativo, secondario rispetto alle polarità urbane, è dato dal sistema dei borghi rurali di Loconia (Canosa di Puglia), Moschella (Cerignola), Gaudiano (Lavello), Santa Chiara (Trinitapoli), che a differenza dei primi, si sviluppano nella piana agricola lungo la viabilità che percorre la valle a desta e a sinistra del fiume.

 

FIGURE PAESAGGISTICHE

4.1.  LA BASSA VALLE DELL'OFANTO

4.2.  LA MEDIA VALLE DELL'OFANTO

4.3.  LA VALLE DEL TORRENTE LOCONE

 

4.1. La Bassa Valle dell'Ofanto

Il paesaggio agricolo è caratterizzato da una fitta trama a vigneti e colture arboree specialistiche (frutteti e oliveti) che si espande dentro la valle e prosegue sul piano di campagna senza soluzione di continuità fino quasi al mare.

Il fiume, completamente attanagliato dal geometrico appoderamento dei coltivi è percepibile solo nella lieve serpentina di vegetazione ripariale che taglia debolmente la piana.

La valle fluviale presenta un profilo asimmetrico con un versante più acclive sulla destra idrografica e  più dolce e degradante sulla sinistra, dove si affaccia il centro di San Ferdinando di Puglia e si scorgono, in lontananza, Trinitapoli e Margherita. Sulla destra, a dominare questo tratto c’è la città di Canosa,  avamposto del sistema murgiano e città-snodo tra il fiume e le antiche vie di percorrenza trans-appenniniche dal Tirreno all’Adriatico.

Sempre sul lato più acclive della valle, da Canosa verso la foce, si sviluppa un sistema sopraelevato di masserie storiche (masseria di Boccuta, masseria di Canne, Masseria Poggiofranco ), direttamente connesse alla valle da una serie di strade perpendicolari che si innestano sulla strada delle Salinelle (percorso storico di connessione lungo la valle). Una fascia di coltivi arborati si sviluppa a corona dell’altopiano, al di sotto delle masserie e, grazie alla morfologia articolata del rilevo, definisce un paesaggio di pregio.

Altra emergenza visuale, caratteristica della valle, è il sito archeologico di Canne della Battaglia, che si sviluppa su un avamposto strategico a guado della valle fluviale, tra l’entroterra e il mare.

Proseguendo verso la foce il paesaggio cambia: i profili della valle si abbassano fino a confondersi con la piana costiera, il fiume si allarga, le sponde si allontanano e il mare si infiltra progressivamente diventando il fattore determinante del nuovo assetto agricolo-vegetazionale.

Un sistema di orti costieri dalla fitta trama agricola ortogonale alla costa si sviluppa a ridosso della foce fluviale. Queste aree, coltivate in maniera intensiva, sono inframezzate da sporadiche forme di vegetazione spontanea, residui esigui delle steppe salate e delle garighe costiere che caratterizzavano il paesaggio della foce prima delle trasformazioni antropiche. Si tratta di un’area caratterizzata dalla forte presenza dell’uomo attestabile non solo dagli orti ma anche da ampie zone edificate in aree sensibili (villaggio turistico di Fiumara) e dalle trasformazioni della morfologia costiera.

Il sistema dunare appare così degradato da essere quasi irriconoscibile per le modificazioni apportate sia dall’attività edilizia che dalle pratiche agricole. A ciò si aggiunge l’azione erosiva esercitata dal mare, non controbilanciata dall’apporto di sedimenti da parte del fiume (estrazione di materiali in alveo, invasi artificiali). La Torre Ofantina, seppure compromessa dalle trasformazioni edilizie, non ha perso il ruolo di baluardo e riferimento visuale verso la costa e verso la valle interna, con la sua posizione strategica tra mare e fiume.

 

4.2. La Media Valle dell'Ofanto

Questo tratto del fiume presenta un percorso più meandriforme con ampie aree di naturalità residua perifluviali. Il profilo asimmetrico della valle si inverte, a destra il versante degradante si allontana dal fiume aprendo la valle, mentre a sinistra, il versante acclive e corrugato da calanchi avanza fino a tangere le anse fluviali. Da qui domina la valle l’Acrocoro di Madonna di Ripalta, che rappresenta un riferimento scenografico significativo e un punto panoramico da cui è possibile godere di ampie  visuali dall’Appennino al mare.

La mole del Vulture segnala a distanza le terre lucane.

Il paesaggio agricolo sul piano di campagna passa dal mosaico di alternanza vigneto-frutteto- oliveto a quello della monocultura cerealicola che invade tutta la piana sulla sinistra idrografica. I villaggi della bonifica immobilizzati nel tempo come il Villaggio Moscatella e le case della riforma agraria, distribuite a filari e in parte abbandonate, attestano una storia recente di politiche di valorizzazione dell’agricoltura e del mondo rurale.

Il tratto pugliese più interno, dove il fiume segna il confine con la Basilicata, perde i caratteri dell’agricoltura intensiva e acquisisce le forme di una naturalità ancora legata alla morfologia del suolo.

 

4.3. La Valle del Torrente Locone

La Valle del torrente Locone rappresenta la diramazione della valle fluviale dell’Ofanto verso quella del Bradano, seguendo i tracciati delle antiche vie di aggiramento delle Murge e di attraversamento dall’Appennino verso la sponda Ionica. 

Il paesaggio fluviale è segnato dal torrente Locone e da altri sistemi carsici confluenti come il canale della Piena delle Murge  che presentano ambienti naturali caratterizzati da pseudosteppe, pareti sub-verticali colonizzate da vegetazione erbacea, basso arbustiva o talvolta in formazione di macchia mediterranea.

 

SCHEDA D'AMBITO

  Scheda Ofanto